mercoledì 13 maggio 2009

martedì 5 maggio 2009

Ancora Innocente

di Redazione - 28 aprile 2009
“Non ho ancora avuto modo di leggere il provvedimento ma è l’ulteriore conferma dell’assoluta correttezza del mio operato e nel contempo della attività di ostacolo e di interferenza alle mie inchieste che mi hanno costretto a lasciare la magistratura”.

Così il Dott. Luigi De Magistris, magistrato e candidato alle prossime Europee, ha commentato ad ANTIMAFIADuemila la notizia del suo proscioglimento dalle accuse mosse contro di lui dagli indagati dell’inchiesta Toghe Lucane.
La notizia dell’archiviazione, resa nota dall’ufficio stampa dell’Italia dei Valori, è di pochi minuti fa. “Con il provvedimento emesso dal gip di Salerno Maria Teresa Belmone – si legge nella nota – è stata provata l'assoluta correttezza e gli ostacoli posti alle inchieste dell'ex pm Luigi de Magistris. Il gip di Salerno Maria Teresa Belmonte ha accolto le richieste di archiviazione presentate dalla procura di Salerno in riferimento alle accuse che erano state mosse a Luigi de Magistris, all' epoca sostituto procuratore di Catanzaro, nell'ambito del procedimento 'Toghe lucane'. Le indagini hanno anche dimostrato le gravi interferenze subite dal pm nel condurre le sue inchieste".

martedì 21 aprile 2009

La procura di Roma non restituisce l'archivio. Genchi si appella a Napolitano.

21 aprile 2009 – di Redazione


Apprendiamo proprio ora che nonostante l’ordinanza del Tribunale del
Riesame la procura di Roma ha deciso deliberatamente che non restituirà
l’archivio sottratto lo scorso 13 marzo a Gioacchino Genchi.




Il
consulente delle procure ha invocato l’immediato intervento del capo
della Stato, della Pg di Roma e della procura di Perugia. “Siamo in
presenza – ha detto - di un atto di eversione giudiziaria di una
gravità inaudita. Negli atti del sequestro vi sono infatti acquisizioni
importantissime riguardanti gli stessi magistrati della procura di Roma
che hanno eseguito il sequestro”.


E’ roba da matti. E da criminali. La procura di Roma, nonostante l’ordinanza del Tribunale del Riesame che scagiona Gioacchino Genchi da tutte le accuse mosse contro di lui non vuole restituire l’archivio sottratto al consulente delle procure lo scorso 13 marzo. Nell’ambito di un’operazione di sequestro disposta dai procuratori Toro e Rossi ed eseguita dagli uomini del reparto tecnico del Ros di Roma, guidati  dal colonnello Pasquale Angelosanto.

Gioacchino Genchi, si legge in quelle carte firmate dal presidente estensore Francesco Taurisano – che proponiamo in forma integrale (SCARICA IN PDF 1 - 2) – ha agito correttamente, non ha violato la legge quando, nella veste di collaboratore dell’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, ha acquisito ed elaborato i tabulati telefonici relativi a utenze in uso a parlamentari ed esponenti dei servizi di sicurezza, né ha violato la privacy quando ha effettuato 2600 interrogazioni all’Anagrafe Tributaria utilizzando l’abilitazione del Comune di Mazara del Vallo. Non arrecando “nocumento” ad alcuno.

Ancora, scrive il riesame, “le attività di acquisizione, di elaborazione e di trattamento dei dati storicizzati nei tabulati attestanti il traffico telefonico non possono definirsi illecite”. Perché Genchi “non violò le guarentigie a tutela dei parlamentari interessati dalle acquisizioni dei tabulati di traffico telefonico”, agendo, “di volta in volta, in forza del decreto autorizzatorio emesso dal pm, comunicandogli ogni emergenza di conoscenza storica circa il coinvolgimento di membri del Parlamento come soggetti intestatari ovvero usuari di utenze di telefonia”.

In quanto al contestato profilo di illiceità nella condotta acquisitiva si legge che anche questo è inconsistente, così come non è rinvenibile illiceità “nell’esercizio delle funzioni di elaborazione e trattamento dei dati, legittimamente e lecitamente raccolti in forza dei provvedimenti del pm, funzioni legalmente dovute nella qualità di consulente tecnico”.

Stesso discorso per l’analisi delle utenze telefoniche intestate alla Presidenza del Consiglio, al ministero della Difesa, a quello dell’Interno e a una persona. Mentre la procura di Roma, secondo il tribunale del riesame, “non ha definito la specificità e la concretezza della violazione addebitabile al consulente tecnico, strutturante ‘il factum’ costituente il reato di abuso d’ufficio”.

In parole povere, Gioacchino Genchi, ha sempre agito “nell’esercizio delle sue funzioni di ausiliare del pm De Magistris” anche per quanto concerne i tabulati di uomini dei servizi segreti. Per i quali non è “dato comprendere il nocumento per la sicurezza dello Stato”. Ma soprattutto “il tribunale non rinviene la norma di legge, ovvero di regolamento” che vieterebbe l’acquisizione di tabulati di uno 007.




L'avvocato di Genchi: ''Nell'archivio del consulente le indagini sulla procura di Roma''


di Redazione - 21 aprile 2009
“Siamo oltre il porto delle nebbie”. 

Lo ha dichiarato Fabio Repici, avvocato di Gioacchino Genchi, in
seguito alla decisione della procura di Roma di non restituire
l’archivio del consulente nonostante l’ordinanza del Tribunale del
Riesame. “Oggi – ha spiegato il legale, la procura capitolina – ha
fatto ammutinamento rispetto ai provvedimenti dei giudici che hanno
decretato l’illegittimità totale dell’operato della stessa Procura. I
reperti che la Procura di Roma sta mantenendo abusivamente in sequestro
sono tutti di proprietà del dr. Gioacchino Genchi”. Per tale motivi
oggi i pm romani “si sono resi responsabili, tra l’altro, dei reati di
rifiuto di atti d’ufficio e di appropriazione indebita”. Tanto più che

“nei supporti informatici trattenuti ci sono atti relativi a delicate
indagini per le quali il dr. Genchi aveva ricevuto incarichi
dall’Autorità giudiziaria. E ci sono perfino atti e intercettazioni che
riguardano il procuratore aggiunto Toro: tra l’altro sue conversazioni
nelle quali nel maggio 2006 concordava con altra persona, con
insospettabili capacità profetiche, gli incarichi al ministero della
giustizia presso l’appena nominato ministro Mastella e presso altri
ministeri, riferendo anche gli incarichi graditi da altri magistrati
romani, ivi compreso il dr. Nello Rossi. I magistrati della Procura di
Salerno sono stati cacciati su due piedi dal Csm per aver emesso un
provvedimento dichiarato legittimo dal competente Tribunale del
riesame. Mi chiedo: cosa assicura ai magistrati romani l’impunità
davanti al Csm ed al ministro della giustizia? Mi auguro – ha concluso
- che la risposta non sia da rintracciare nel contenuto di quelle
conversazioni”.

La redazione di AntimafiaDuemila aderisce con piena convinzione alla richiesta di intervento di Gioacchino Genchi e se ne rende promotrice nella speranza che possa trionfare la Giustizia.



tratto da www.antimafiaduemila.com

lunedì 20 aprile 2009

Castello Utveggio

Tratto dai "www.19luglio.com" Di Salvatore Borsellino

Erano le tre di notte ai primi di marzo di quest'anno, a Palermo. Mi sono svegliato di soprassalto, mi sono alzato e sono andato a guardare, dal balconde al nono piano della casa dove dormivo, il monte che sovrasta Palermo.
Non c'era la luna, non c'erano le stelle, il cielo era nero, ma sulla cima del monte si stagliava un castello.
Emanava un lieve chiarore, come se fosse fosforescente, dotato di una luce propria, forse perché lo ho guardato a lungo tante volte illuminato dal sole, e quell'immagine si è ormai stampata nella mia memoria.
Ogni volta che vado in Via D'Amelio vado vicino all'olivo che mia madre ha fatto piantare nel punto in cui era stata piazzata la macchina piena di esplosivo, nel punto dove sono stati massacrati Paolo e i suoi ragazzi, alzo gli occhi, lo vedo e sto a lungo a guardarlo.
Chissà se Paolo prima di alzare il braccio per suonare il campanello del citofono della casa di nostra madre ha alzato gli occhi e lo ha visto per l'ultima volta, chissà se anche i suoi ragazzi prima di essere fatti a pezzi lo hanno guardato.
Di certo qualcuno da una finestra di quel castello li stava osservando e aspettava il momento migliore per azionare il detonatore.
Di certo Gioacchino Genchi arrivando in Via D'Amelio due ore sopo la strage ha distolto gli occhi dal tronco di Paolo in mezzo alle macerie del numero 19 di Via D'Amelio, ha distolto gli occhi dai pezzi di Emanuela Loi che ancora si staccavano dall'intonaco del palazzo dove abitava la mamma di Paolo e ha visto quel castello.
Quel castello, l'unico punto, come subito capì, da dove poteva essere stato azionato il comando che aveva causato quella strage.
E allora prese l'auto, fece quei pochi chilometri in salita che separano Via D'Amelio da quello sperone del Monte Pellegrino, andò davanti al cancello di quel castello e suonò un altro campanello, lo suonò a lungo ma nessuno gli aprì nonostante la dentro ci fossero tante persone come poté stabilire qualche tempo dopo elaborando, come solo lui è in grado di fare, i tabulati telefonici dove sono riportati le posizioni e le chiamate dei telefoni cellulari e dei telefoni fissi.
Incrociando quelle telefonate si riescono a stabilire delle verità che nemmeno le intercettazioni sono in grado di fare.
Si riesce a sapere che da un certo numero di ville situate sulla strada tra Villagrazia di Carini e Palermo una serie di telefonate partì per segnalare che Paolo stava arrivando al suo appuntamento con la morte.
Si riesce a stabilire che nei 140 secondi intorno alle ore sedici cinquantotto minuti e venti secondi dell'esplosione che causò la strage, delle telefonate partirono e arrivarono da una barca ormeggiata nel golfo di Palermo per segnalare che Paolo era arrivato al suo ultimo appuntamento e che l'esplosione era stata perfettamente sincronizzata con il suo arrivo.
Su quella barca c'era Bruno Contrada ed altri componenti dei servizi segreti civili, dentro quel castello, insieme a persone che Genchi, con le sue tecniche è in grado di individuare e avrebbe già individuato se non lo avessero subito fermato, c'era Musco, una lugubre figura appartenente e animatore di logge massoniche deviate che dovrebbe essere inquisito per tanti elementi che invece oggi si trovano solo come spunto nelle sentenze di archiviazione di processi che non hanno potuto svolgersi.
Che forse non si svolgeranno mai, protetti come sono da un segreto di Stato non dichiarato ma non per questo meno forte perché retto dai ricatti incrociati basati sul contenuto di una Agenda Rossa..
Perché invece di portare avanti quei processi si emanano sentenze assurde e vergognose come come quella che ha mandato assolto il Cap. Arcangioli, l'uomo fotografato e ripreso subito dopo l'esplosione in Via D'Amelio, con in mano la borsa di cuoio di Paolo che sicuramente conteneva l'agenda rossa.
Perché invece si svolgere altri processi che vanno a toccare i fili scoperti delle consorterie di magistrati, uomini di governo, massoni e servizi deviati, si massacrano altri giudici, non più con il tritolo, ma con metodi nuovi che non fanno rumore, non fanno indignare l'opinione pubblica, come le bombe che in Palestina amputano gli arti di civili palestinesi senza che venga versato del sangue.
Massacri, vere e proprie esecuzioni davanti a plotoni di esecuzione composti da altri magistrati, come la decimazione della Procura di Salerno, che vengono presentate da una stampa ormai asservita e pavida di fronte al sistema di potere con un'ottica completamente distorta e fuorviante.
Perché il pericolo rappresentato da Genchi e dalle sue consulenze in un eventuale processo agli esecutori occulti di questa strage, anche se forse non si svolgerà mai, viene eliminato preventivamentre eliminando la possibilità di un utilizzo delle sue raffinate tecniche di indagine in grado di inchiodare i responsabili materiali di quella strage.
Almeno fino a quando, e non è impossibile che accada, qualcuno non deciderà che sia necessaria la sua eliminazione anche fisica sfidando le reazioni che questa potrebbe provocare nell'opinione pubblica.
Alla stessa maniera in cui fu sfidata questa reazione quando fu necessario eliminare in fretta Paolo per potere rimuovere del tutto l'unico ostacolo che si frapponeva al portare avanti una ignobile trattativa tra mafia e Stato, portata avanti, in prima persona, dai più alti gradi del ROS. Quella trattativa della quale oggi, punto per punto e in mezzo all'indiferenza e all'assuefazione dell'opinione pubblica, vengono realizzati quei punti contenuti nel 'papello' e che sanciscono la definitiva sconfitta dello Stato di diritto.
Vogliamo anche noi dichiararci sconfitti, vogliamo anche noi chinare il capo e dichiararci servi, vogliamo anche noi rinunciare alla nostra libertà?
Il 19 luglio non è lontano. Prepariamoci.
Quest'anno da quella via in cui tutto è cominciato alle 5 del pomeriggio di 17 anni fa, dovrà nascere e non dovrà più fermarsi la nostra RESISTENZA.
Non dovrà più fermarsi fino a quando non sarà fatta Giustizia, fino a quando quei criminali che, anche dentro le istituzioni, stanno oggi godendo i frutti di quella strage non saranno spazzati via per sempre

Non c'è limite all'indecenza!!!

Se c'è chi scende in basso c'è chi si impegna per continuare a scavare, dopo gli svariati gruppi su facebook di giovani fan del duce, arriva il gruppo dei fan di Totò Riina con più di 1000 iscrizioni, si perchè dobbiamo esserne fieri di certi personaggi, come non adorarli come non porgli i nostri omaggi,come non possiamo diffondere in tutto il mondo la nostra cultura mafiosa, come non possiamo spiegare al mondo la struttura della mafia, la mentalità del soldato, dell'uomo d'onore. Suvvia uniamoci tutti e diventiamo fan di Totò Riina, che avrà mai fatto di male? Ha ucciso qualche persona e vabbè dai passiamoci su d'altronde lui è l'orgoglio italiano.

viva viva il direttore

venerdì 10 aprile 2009

Elenco scosse

In continuo aggiornamento su wikipedia l'elenco delle scosse precedenti e successive al 6 aprile.
Dati raccolti dall'European-Mediterranean Seismological Centre
Elenco scosse

giovedì 9 aprile 2009

Silvio pompiere ( GIG )

Questo almeno si poteva evitare

mercoledì 8 aprile 2009

Festeggiamo!!!

C'è chi festeggia e se ne vanta!!!

martedì 7 aprile 2009

domenica 5 aprile 2009

Una storia Italiana

pubblico il link ad un articolo apparso in inghilterra nel 2001 riguardante il nostro Mr. B. in cui si parla anche di paradisi fiscali.

Una storia Italiana

Il paradiso dei paradisi

In questi giorni si è svolto a Londra il famigerato G20, nel quela sono state prese importanti decisioni per quanto riguarda la crisi globale. Nel corso della riunione si è parlato molto dei paradisi fiscali, tema caro al nostro presidente del consiglio, proprio in questi giorni il caro amico Confalonieri è sotto processo per reati riguardanti reati del genere, reati contestati anche al premier, che ricordo se non fosse per il lodo Alfano sarebbe stato condannato durante il processo Mills. Io immagino comunque i ricordi che gli son tornati alla mente una lacrimuccia gli usciva mentre, parlando con la stampa, elogiava le decisini prese a riguardo dei paradisi fiscali, si, gli sarà passato un brivido lungo la schiena ricordando i cari tempi della All Iberian e delle varie compagnie offshore sparse per i vari paradisi fiscali. Ma ovviamente in tv di ciò non si sa niente, la notizia più importante riguarda il mancato baciamano della first lady americana alla regina Elisabetta, e del suo abito sbracciato esibito durante la riunine a corte. Continuiamo così...

mercoledì 25 marzo 2009

"Why yes" De magistris parla della nuova massoneria

di Sergio Nazzaro e Pietro Orsatti

Lei ha recentemente dichiarato che con le inchieste Why not e Poseidone vi siete avvicinati a una sorta di nuova P2. In continuità con quella più conosciuta, storicamente accertata?
Io penso assolutamente di sì. La continuità è evidente, del resto il “Piano di rinascita democratica” è stato in gran parte attuato, in altre parti è stato riformulato in modo più pertinente con le esigenze contemporanee. In particolare passa attraverso il condizionamento totale degli organi di controllo e dei presidi di legalità democratica che sono soprattutto la magistratura e la libera informazione.
Il controllo è in atto?
Direi di sì. L’informazione è in gran parte controllata. La magistratura è stata molto condizionata in questi anni anche per colpa di una parte della magistratura stessa. C’è una continuità anche di nomi, di personaggi, di ambienti. Credo che siano cambiate alcune formule di affiliazione, nel senso che fra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80 erano molto importanti anche i simbolismi. Non è che siano scomparsi, quelli sono facilmente identificabili attraverso un’attività di indagine giudiziaria. Per intenderci: l’accesso a Castiglion Fibocchi nel 1981 da parte dei giudici Colombo e Turone - che hanno lasciato entrambi la magistratura, e questo è un dato da non sottovalutare - era un atto non prevedibile. All’epoca, quindi, gli affiliati venivano iscritti manualmente, si trovavano compassi e grembiulini, c’erano rituali. Oggi non si sente più la necessità. O l’affiliazione è cosiddetta “all’orecchio”, ovvero si sa che uno appartiene alla massoneria, oppure ci sono altri modi.
La massoneria è cambiata davvero, oltre ad aver mutato la sua simbologia?
Io tenderei a estendere il concetto stesso di massoneria. La definizione “massoneria” è perfino riduttiva. Qui siamo davanti a una gestione occulta del potere. Un potere nel potere. Questi sono pezzi importanti del Paese e delle istituzioni, delle professioni e della società che sono penetrati all’interno dei meccanismi economici istituzionali e politici e li governano di fatto dall’interno. Non si sa nulla all’esterno. È qualcosa di molto più pericoloso.
Qualcosa di più anche di un comitato d’affari?
Sì, certamente. Se si pensa che all’interno di questo circuito occulto una parte rilevante la occupa la criminalità organizzata, soprattutto Cosa nostra e ‘ndrangheta, che gestiscono un aspetto assai rilevante del Pil del nostro Paese, si può capire di che tipo di gestione stiamo parlando. Non è più il condizionamento del singolo parlamentare come era una volta o il condizionamento al singolo appartenente alle istituzioni. È qualcosa di molto più vasto.
Ma quando ha iniziato a indagare aveva già le sensazione di potersi trovare davanti a quella che lei definisce la nuova P2?
No. Sapevamo di toccare il cuore del problema andando a indagare sui meccanismi di gestione del denaro pubblico. Il grande problema della nostra democrazia. Mi sono reso conto molto presto, con le inchiesta Poseidone e Why not, che stavamo toccando qualcosa di più vasto, con ramificazioni che arrivavano ovunque.
Con dentro anche la politica, quindi.
Nelle inchieste che mi sono state sottratte illegalmente questo era evidente. C’erano esponenti della criminalità organizzata tradizionale da un lato, e dall’altro anche esponenti del mondo economico e politico espressione della criminalità. Un tutt’uno. Un’unica metastasi. Agiscono all’unisono per governare occultamente il Paese, soggiogandolo.

Tratto da www.orsatti.info

mercoledì 18 marzo 2009

Auto Blu e polvere bianca

Signornò
da l'Espresso in edicola

Uno degli aspetti più demenziali (e oscurati) della legge Alfano sulle intercettazioni è questo: si può intercettare solo in base a “elementi non limitati ai soli contenuti di conversazioni intercettate nel medesimo procedimento”. Traduzione: gli indizi raccolti in un’intercettazione non bastano più per prorogarla o per disporne un’altra. Occorrono elementi diversi, esterni. Che combinazione: proprio come nel caso avvenuto qualche mese fa a Palermo. La squadra Mobile intercetta un pusher della “Palermo bene”, Stefano Greco. E con ascolti, appostamenti e pedinamenti, smaschera una rete di spacciatori e consumatori che, di fatto, finanziano il traffico di droga. Uno dei destinatari, stando alle intercettazioni, è Ernesto D’Avola, autista di Gianfranco Miccichè (uomo forte di Forza Italia in Sicilia e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Cipe, appena incaricato da Berlusconi di “gestire il passaggio da Forza Italia al Popolo della Libertà” insieme ad Alfano).

D’Avola comunica col pusher tramite un intermediario, che il 5 dicembre scorso gli passa la “roba”. Gli agenti, presenti sul posto, bloccano l’auto di D’Avola, accompagnato da un amico, subito dopo la consegna. E vi sequestrano una busta piena di cocaina con su scritto “On. Gianfranco Miccichè”. Quel che accade dopo lo raccontano due informative della Mobile al Questore e alla Procura: “Il D’Avola consegnava spontaneamente il plico, dicendo che il tutto era di pertinenza dell’on. Miccichè. All’interno risultavano custoditi grammi 5 di sostanza, che a seguito di accertamento risultava essere cocaina”. Poi però D’Avola e l’amico cambiano idea e sostengono che la coca era per uso personale.

Ancora qualche mese e, approvata la “riforma”, la trafila dal pusher all’intermediario all’autista del sottosegretario sarebbe rimasta sepolta per sempre. Non solo, ma l’intricato giro di spaccio non sarebbe mai stato scoperto: per intercettare l’intermediario e poi il destinatario ultimo (o penultimo?), gli agenti avrebbero dovuto fermarsi e cercare elementi “esterni” a quelli contenuti nelle intercettazioni del pusher. Mission impossible. Inchiesta bloccata a metà, sul più bello. Nelle indagini di droga, come in tutte quelle sui reati “in itinere”, le varie consegne emergono dalle intercettazioni. Si risale dal basso verso l’alto, dall’ultimo spacciatore ai vertici e ai finanziatori dell’organizzazione. Una tecnica investigativa che presto sarà proibita dal governo dei “pacchetti sicurezza” e della “tolleranza zero”. Chissà che ne dice l’altro sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, quello con delega alla lotta alla droga, autore della legge che punisce anche l’uso personale, impegnato in questi giorni a Trieste nella Conferenza nazionale sulle droghe. Ancora pochi mesi fa tuonava: “La linea del governo è chiara: drogarsi è illecito”. Ora non vorremmo che organizzasse una ronda sotto la sede del Cipe.

Di Marco Travaglio

sabato 14 marzo 2009

L'era delle stragi mediatiche

I tempi cambiano tutti ci adattiamo all'evolversi delle cose, così se prima persone scomode venivano fatte saltar in aria oggi si cerca metodi meno "pericolosi" li si elimina screditandoli e rovinandogli la carriera. Condanna inflitta ai noti De Magistris e Genchi, due mostri che ascoltavano tutto di tutti. A ieri risale la notizia della perquisizione negli uffici e nella casa di Genchi da parte del ROS, lo stesso reparto indagato più volte anche da Genchi, lo stesso reparto che aveva "dimenticato" di perquisire il covo di Riina dopo il suo arresto, lo stesso reparto coinvolto in affari di spaccio di droga, insomma i ruoli si rovesciano il giudice è ora processato dal malfattore. Si perchè tutto ciò è partito dall'inchiesta Why not la stessa inchiesta in cui "stranamente" ricompaiono i nomi ritrovati dallo stesso Genchi nell'inchiesta sulla morte di Borsellino e sui mandanti occulti della strage, insomma non aprite quella porta potreste essere morti.

La profezia di Salvatore Borsellino
Gioacchino Genchi: Ora parlo io
I Ros perquisiscono gli uffici di Genchi

domenica 8 marzo 2009

Comprensione a amore scondo la chiesa cattolica

La chiesa cattolica cerca sempre di non smentirsi e di imporre con la forza bruta le proprio credenze, questa volta il tutto si è svolto in Brasile, dove una bambina di 9 anni è rimasta incinta dopo le violenze subite dal padre. La situazione della bimba era già tragica di suo, uno scenario raccapricciante che segnerà la vita della piccola per il resto della sua vita, ma il tutto non bastava ci voleva la ciliegina sulla torta e infatti ci ha pensato la chiesa cattolica con una bella scomunica per i medici che hanno fatto abortire la bimba, ed ecco che il dolce è cotto e servito. Subito,ovviamente le prime polemiche, fra le quali quelle del ministro della sanità Josè Gomes Temporao accusando la chiesa di essere estremista radicale e di aver preso una scelta inopportuna, cose a mio parere sacrosante, ma la chiesa risponde con i suoi dogmi con le sue frasi standard del tipo "la legge di Dio è prevale qualsiasi valore", o cose del tipo "la vita va difesa da prima della nascita alla morte", ah da intendersi basta che non sia una vita gay.
E così i medici si ritrovano con una bella scomunica, per aver fatto abortire una bambina di 9 anni violentata, e persone che negano l'olocausto, e poi miracolosamente dopo pochi giorni ritrattano le proprie parole, ammazzando così in pochi e semplici passi milioni di persone, se la scampano e continuano a predicare a bordo delle loro macchine di lusso. Li capiro mai?

lunedì 2 marzo 2009

Passaparola 2 mar 2009

E ora Mastella che farà?

Ebbene la vicenda ormai fantasma della fantomatica indagine nei confronti di Mastella&co. volge al termine, arrivano infatti dalla procura di Napoli, alla quale erano stati trasmessi gli atti dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, per competenze territoriali, gli avvisi di conclusioni delle indagini, primo passo verso la richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti di Mastella, consorte, cognato e altri 24 imputati, fra i quali un giudice del TAR della Campania.
Nei confronti del caro on. Mastella vi sono ben sette capi d'accusa fra i quali concussione a abuso di ufficio, infatti, secondo le indagini il caro on. Mastella avrebbe fatto pressioni sul presidente della regione, Bassolino, affinchè un suo prescelto fosse nominato commissarrio dell ASI di Benevento ( ente di promozione sviluppo industriale ). Mastella è accusato anche di abuso d'ufficio con il quale l'ex ministro della giustizia avrebbe "forzato" gli esiti di un ricorso fatto al TAR. E pensare che quando si aprirono le indagini, e fu arrestata la moglie di Mastella, si gridò al complotto, ma d'altronde ne siamo abituati, appena un potente viene indagato c'è un complotto, c'è un giudice malvagio che non gradisce quel politico e tente di attaccarlo, ebbe ma come non pensarlo in fondo i politici corretti e con le "mani pulite" li abbiamo solo noi in Italia, non può esistere da noi un politico corrotto o delinquente quindi perchè indagare?
Io intanto inizio a far scorrere il timer.

domenica 1 marzo 2009

Intervista a Genchi

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Riusciremo mai a ringraziarli?

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giovedì 26 febbraio 2009

martedì 24 febbraio 2009

Come le rondini i cervelli

Si è tornato finalmente a parlare di fondi per la ricerca scientifica, dopo un intervento del capo dello stato contro i tagli indiscriminati alle università e ai laboratori di ricerca previsti nella finanziaria, anche se a mio avviso si dovrebbe protestare contro i tagli e non contro un taglio indiscriminato.
In Italia è risaputo ormai c'è sempre stata, e sempre ci sarà, finché la nostra classe politica non cambierà, in meglio ovviamente, una fuga di cervelli, molti nostri validi ricercatori si vedono costretti a rifugiarsi in zone meno ostili alla ricerca, quali Svizzera, Finlandia o USA, posti in cui non si usa il pretesto della crisi per stroncare le università, ma anzi le si incentiva, perchè chi ha buon senso sa e capisce che la ricerca e lo sviluppo tecnologico sono fra le più importanti risorse di cui un paese può disporre.
Oggi in Italia parliamo di tagli a fondi già poveri rispetto agli altri Paesi, tagli che vanno ad aggravare la situazione di laboratori totalmente precari, dalle strutture ai contratti del personale, parliamo di tagli mentre in America si parla di un aumento di circa 21 miliardi di dollari, in Francia di 5 miliardi di euro e in Svezia di 1,5 miliardi di euro, ma ovviamente non siamo noi a sbagliare, come dice Brunetta quei tagli hanno salvato l'Italia, così come hanno salvato l'Italia i voli speciali a carico dello stato, aumentati dall'arrivo del governo Berlusconi, o le MIGLIAIA di euro spesi in piante ornamentali, cravatte e camice d'ufficio e via dicendo.
E così la nostra storia continuerà, chi ama la ricerca e chi vuole fare questo mestiere dovrà spesso emigrare in posti più "caldi e accoglienti", a meno che non si abbattano definitivamente le università abbattendo l'intelligenza degli italiani e risolvendo il problema alla fonte.

sabato 21 febbraio 2009

Nuovo Processo a De Magistris

di Monica Centofante - 20 febbraio 2009

La farsa continua. L’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, ormai ospite fisso del Consiglio Superiore della Magistratura, è di nuovo di fronte alla Sezione disciplinare del tribunale delle toghe per un nuovo processo a suo carico: quello relativo al cosiddetto “archivio Genchi”, del quale si stanno occupando anche il Copasir e la Procura di Roma.
L’accusa, questa volta, è di aver affidato al suo (ex) consulente tecnico un incarico che “implicava accertamenti e valutazioni del tutto estranei a quelli di un consulente tecnico” sui tabulati telefonici acquisiti nell’ambito delle inchieste Poseidone e Why Not.
Conferendogli “un’abnorme delega di indagini riservate al pm”. Nonché di aver acquisito tabulati telefonici intestati all’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella senza aver chiesto la preventiva autorizzazione alla Camera dei Deputati.

Peccato che questo “abnorme” comportamento sia esattamente lo stesso adottato da decine di procure in decine di processi e per diversi di anni e che sia servito ad assicurare alle patrie galere criminali e assassini. Acqua passata.
E ancora peccato che i giudici di Salerno abbiamo già spiegato, dopo approfondite indagini, che la “condotta tenuta dal pubblico ministero nel conferimento dell’incarico consulenziale… è risultata formalmente e sostanzialmente aderente al dettato normativo”. Ai sensi dell’art. 359 del codice di procedura penale. E che gli stessi giudici abbiano appurato che quando Genchi consegnò a De Magistris il numero telefonico riconducibile a Mastella (uno fra decine) non aveva ancora potuto svolgere i relativi accertamenti che ne avrebbero dimostrato l’ascrivibilità al senatore.
Di fatto quel numero, ancora sconosciuto, era emerso tra le migliaia di utenze registrate nei cellulari e negli appunti cartacei di Antonio Saladino, il principale imputato dell’inchiesta Why Not. E insieme a tutti gli altri doveva essere controllato perché, come avviene in qualsiasi indagine di questo mondo, occorreva identificare i soggetti in contatto con l’imputato. Oltre al motivo e alla natura di quei contatti.
L’iter di acquisizione dell’utenza in questione è perfettamente documentato nelle relazioni tecniche inviate dal consulente al pubblico ministero dove, tra le altre cose, si apprende che “nel conflitto delle intestazioni rilevate, della ragione sociale di iniziale attivazione dell’utenza 0335… e di quella di subentro, come nei diversi cambi di profilo e di portabilità rilevati (dalla Tim alla Wind e dalla Wind alla Tim), nessun elemento lasciava presagire che quella sim gsm (come le altre), fosse stata in uso ad un membro del Parlamento e ancora meno al sen. Clemente Mastella” e che “era risultata nel tempo utilizzata (con diverse schede di vari gestori e con diverse intestazioni del tutto diverse, e comunque mai riferite al sen. Clemente Mastella) con almeno 18 cellulari (oltre agli altri cellulari utilizzati in epoca pregressa all’acquisizione dei tabulati)”. Cosa che rendeva necessari degli approfondimenti investigativi.

Allo stesso modo le relazioni dimostrerebbero che una volta constatata la riconducibilità di determinate utenze a soggetti che ricoprivano la carica di membri del Parlamento (non solo Mastella) il consulente aveva segnalato immediatamente al pubblico ministero De Magistris la necessità di chiedere le dovute autorizzazioni. Cosa che i giudici di Salerno - nel provvedimento di perquisizione con cui lo scorso dicembre hanno sequestrato l’inchiesta Why Not ai magistrati di Catanzaro - hanno accertato dopo aver accuratamente analizzato quelle stesse relazioni, riscontrandone i contenuti con altri elementi di prova.
Oggi la Procura generale della Cassazione – che rappresenta l’accusa nel procedimento disciplinare - vorrebbe contrastare questa tesi con le dichiarazioni di una serie di testimoni tra i quali, in prima linea, Pasquale Angelosanto. Il colonnello che ha firmato la relazione-atto d’accusa contro il consulente Gioacchino Genchi, finito sotto inchiesta da parte della procura di Roma. Anche di lui parlano le carte di Salerno. Nelle quali si legge: “Sulle attività di acquisizione, studio, elaborazione analitico-relazionale dei dati di traffico telefonico, gli esiti delle indagini tecniche condotte dai Carabinieri del Ros – Reparto Indagini Tecniche su delega del Generale Ufficio avocante e compendiate nella relazione del 12 gennaio 2008 a firma del Colonnello Pasquale Angelosanto, non trovano conferma nelle risultanze investigative acquisite da questo Ufficio”.
Lo abbiamo detto più volte, ma lo ripeteremo fino alla noia: quel documento, agli inizi di gennaio, è stato giudicato perfettamente legittimo dall’unico organo preposto per legge a definirne o meno la correttezza: il tribunale del Riesame di Salerno. Il quale nelle motivazioni depositate lo scorso 30 gennaio scrive che il documento è “logico, preciso, analitico”, “immune da vizi di motivazione”, in linea con il Codice e la “giurisprudenza della Cassazione”, necessario “per l’accertamento dei fatti”.
Inspiegabilmente, il Consiglio Superiore della Magistratura continua però a far finta che quelle carte non siano mai esistite. Salvo che per un unico dettaglio: utilizzarle per trasferire di ufficio e funzioni anche i giudici di Salerno.
Martedì prossimo saranno decise, dallo stesso Csm, le nuove destinazioni per i pm Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani. Quali sedi andranno ad occupare ancora non si sa, ma una cosa è certa: per il momento non potranno più fare i pubblici ministeri, con buona pace degli indagati e di quella politica che il loro trasferimento lo aveva “suggerito”.

Fonte: www.antimafiaduemila.com




Genchi/ Csm 'processa' De Magistris. Ex pm: non sapevo chi sentivo

Roma, 20 febbraio (Apcom) - Luigi De Magistris parte all'attacco: le accuse a suo carico nel nuovo 'processo' davanti alla sezione disciplinare del Csm per le intercettazioni senza autorizzazione all'ex senatore Clemente Mastella nascono dal fatto che "dicono che io - sostiene l'ex pm di Catanzaro - avrei dovuto accorgermi che tra gli intercettati c'era anche lui e me ne sarei dovuto accorgere dall'incrocio di un numero telefonico presente in un tabulato con uno che veniva riportato in un allegato al fascicolo" dell'inchiesta Why not, qui, sì, riferito a Mastella. "Neanche fossi Pico della Mirandola, il protagonista di Rain Man o un computer, che può comparare centinaia di numeri di telefono in un attimo: all'inizio - ha detto De Magistris in una pausa dell'udienza di stamattina a Palazzo dei Marescialli - pensavo fosse stato un mio errore, ma poi quando ho capito che le cose stavano così, ho capito anche che questo processo andava fatto per forza".

La tesi difensiva di De Magistris viene sposata in pieno dal magistrato che lo difende di fronte al 'tribunale dei giudici', il procuratore aggiunto di Palermo Antonino Ingroia. Anche per lui "le incolpazioni sono infondate", perchè non c'è nulla che dimostri che De Magistris stava intercettando un senatore senza l'autorizzazione parlamentare. E' infatti nella presentazione delle testimonianze scritte che Ingroia 'cala l'asso': nel faldone depositato al Csm, infatti, c'è una dichiarazione scritta di Gioacchino Genchi, il consulente informatico di De Magistris, nella quale viene spiegato, con tanto di riferimenti tecnici e contrattuali con le compagnie telefoniche, che "era impossibile", a indagine in corso, stabilire che il cellulare intercettato era di Mastella.

La 'sim' in questione, di cui Genchi riporta anche il numero corrispondente, era infatti dapprima intestata alla Camera dei Deputati, poi al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e, secondo le ricostruzioni di Genchi, era "stata usata almeno da 18 cellulari diversi" e "nè la sim nè le utenze utilizzate con gli stessi Imei (cioè i cellulari nei quali è stata inserita quella sim, ndr) riportavano in alcun modo nell'anagrafica l'intestazione o le generalità di Clemente Mastella o di un altro componente della sua famiglia con cognome Mastella o Lonardo".

Insomma, nella testimonianza scritta, Genchi nega categoricamente che "fino al pomeriggio del 20 aprile 2007" si potesse ipotizzare in alcun modo che la 'sim' era in uso a Clemente Mastella e quindi De Magistris risulterebbe non colpevole di alcun abuso: secondo il consulente, il pm stava intercettando e seguendo le tracce di un numero trovato nei palmari di Antonio Saladino (indagato nell'inchiesta Why Not)senza sapere, almeno ufficialmente, che fosse di un parlamentare, men che meno dell'allora ministro della Giustizia.

A completamento di questa tesi, Ingroia definisce "molto importante" anche l'interrogatorio di questa mattina del colonnello del Ros, nucleo informatico, Pasquale Angelosanto, capo dell'inchiesta a carico di Genchi. Il magistrato, in sede di controinterrogatorio, ha infatti chiesto a più riprese ad Angelosanto se ci fosse un qualche documento che provasse che Genchi sapeva di chi era il telefonino in questione o lo avesse comunicato in qualche modo a De Magistris. Negative le risposte del carabiniere.

Per questo, al termine dell'udienza di stamattina al Csm, Ingroia si è detto molto soddisfatto: "dimostreremo al di là di ogni dubbio l'infondatezza dell'incolpazione". Precisamente, lo show down vincente dovrebbe avvenire il 19 maggio, giorno in cui i giudici di Palazzo dei Marescialli, che oggi hanno aggiornato la seduta al termine dell'interrogatorio dei testimoni dell'accusa, sentiranno i testi a difesa. Intanto,stamattina De Magistris e il suo difensore hanno anche sottolineato l'importanza dell'archiviazione di un procedimento aperto dalla Procura di Salerno contro De Magistris. "Quell'atto - ha detto al termine dell'udienza Ingroia - concorre a dimostrare l'estraneità di De Magistris alle accuse".

Fonte: Apcom

martedì 17 febbraio 2009

Mills condannato e la legge del se e solo se

Ebbene oggi è stata rilasciata la sentenza sul processo Mills, e la sentenza è stata di 4 anni e 6 mesi per l'inputato colpevole di aver testimoniato il falso sotto compensa di Mr. B. ( Berlusconi ).
Mills infatti era stato chiamato a testimoniare durante due processi riguardanti il gruppo Mediaset, colpevole di aver creato fondi neri tramite aziende esterne. Mills, secondo le indagini, sarebbe stato ricompensato da Mr. B. con 600.000 dollari pagati tramite Bernasconi, allora manager del suo gruppo.
Le indagini partirono nel 2004 quando Mills in una lettere al suo commercialista, Drennan dal quale è partita la denuncia, confidava di aver ricevuto 600.000 dollari da un certo Mr. B., cosa che secondo quest'ultimo gli fu riconfermata in privato, e che Mills, in qull'occasione, era molto preoccupato del fatto che se queste cose fossero diventate pubbliche avrebbero avuto un forte impatto sulla carriera ministeriale della moglie ( ministro di Blair ), e che potevano essere mal interpretate dai giudici italiani che potevano ricollegare il pagamento ad una testimonianza fatta da lui durante un processo a Berlusconi.
Inizialmente, interrogato dai pm, Mills confermò quanto scritto sulla lettera, conferma che fu poi magicamente ritrattata, egli infatti dichiarò che quei soldi non provenivano da Mr. B. ma da un certo Attanasio, nome che per Drennan risulta nuovo, inquanto Mills con egli non ha mani nominato, nonostante sia il suo commercialista. Oggi comunque finalmente si è arrivati ad una sentenza di condanna che, applicando la legge del se e solo se, dovrebbe essere necessaria e sufficiente affinchè Berlusconi venga condannato, visto che Mills è corrotto da Berlusconi se e solo se Berlusconi ha corrotto Mills, ma tale legge per la giustizia non può valere dato che Mr. B. in vista di tale sentenza ha deciso che la sentenza di un processo non può essere utilizzata come prova in un altro processo, ciò serve ovviamente ad evitare che, in un processo a Berlusconi, una volta eliminato il lodo Alfano, sarebbe bastato portare come prova che Mills è stato corrotto da Berlusconi per provare che Berlusconi ha corrotto Mills.
Ovviamente sono subito arrivate le prime critiche ai giudici accusati di essere politicizzati e che queta sentenza sia l'ennesima prova che la magistratura vuole eliminare Mr. B. dalla politica. Ma i fatti sono che in primis tale processo non è partito da un magistrato ma bensì dalla denuncia di un commercialista inglese, che non vedo perchè dovrebbe avercela con Mr. B., e poi che probabilità ci sono che tutti i giuici vogliano la sua testa e soprattutto non vi siete mai chiesti se fosse vero perchè lo vogliono? Possibile che qualsiasi giudice sia un "comunista"?
Beh comunque vedremo la storia come finirà, di certo se la massa non prenderà coscienza di ciò che viene fatto non cambierà mai niente, la voglia di cambiare deve venire da noi e non da chi da anni cerca di governarci fallendo ad ogni tentativo.

Passaparola 16-02-09

venerdì 13 febbraio 2009

Magistratura audiolesa

E' entrata in discussione, "finalmente", il disegno di legge riguardante le intercettazioni e la giustizia. Si perchè nonostante il paese sia in crisi, diversamente da quanto ci dicono in tv, si pensa a questa cosa urgentissima che riguarda le intercettazioni.
Dalla proposta iniziale la legge è stata un po modificata, ma il succo è sempre lo stesso, cioè, ostacolare il più possibile questi magistrati che invidiosi del potere lo attaccano. I punti su cui ragionare sono diversi in primis la possibilità di "sloggiare" i magistrati scomodi, si infatti, nel nuovo disegno di legge se il magistrato viene denunciato, per aver rivelato un segreto d'ufficio, deve lasciare l'inchiesta, quindi pensate ad un mafioso indagato da un magistrato che sa come fare il suo lavoro, pensate dunque a cosa farà il mafioso, denuncia e via il magistrato.
Poi c'è la possibilità di utilizzare le intercettazioni, che potranno essere richieste solo in caso di gravi indizi di colpevolezza, ciò significa che si deve praticamente essere certi della colpevolezza dell'indagato per intercettarlo, ma se non lo si intercetta sarà quantomeno più difficile certificarne la colpevolezza.
Questa restrizione è cancellata in caso di criminalità organizzata, ora il problema è che solitamente le indagini non partono per accertare una organizzazione criminale, ma bensì partono da un singolo reato e intercettando il responsabile si arriva a tracciare una connessione fra più persone che può finire nell'accertare che la persona è coinvolta con un organizzazione criminale. Cancellate anche le intercettaizioni ambientali, quelle fatte con cimici ecc ecc, tali tecniche potranno essere utilizzate solo nel momento in cui viene effettuato il reato, quindi, non si potrà intercettare un assassino prima che uccida una persona. Tali tipi di intercettazioni sono di estrama utilità pensate solo a quanti di voi parlerebbero di un omicidio al telefono e quanti di voi lo farebbero a casa propria.
Per approvare le intercettazioni ci vorranno tre giudici e nessuno di essi potrà prendere altri provvedimenti in futuro sullo stesso caso, quindi, per grosse indagini dopo n richieste, finiti i giudici a disposizione bisognerà aspettare l'arrivo di un nuovo giudice per proseguire le indagini, in parole povere si predica per la lentezza dei processi e quindi che si fa? Li si blocca sul nascere. Infine i cittadini non potranno essere informati dei fatti fino alla fine del processo, l'opinione pubblica influisce molto sulle elezioni e quindi meglio toglierla di mezzo, facciamo tutto fra di noi e poi vediamo. Ora le possibilità sono due e lascio a voi la scelta, o questa legge è stata scritta da persone che non sanno neanche come e perchè possa iniziare un indagine o è un ennesimo tentativo di coprire chi deve essere coperto.

mercoledì 11 febbraio 2009

Caso De Magistris: Il tribunale del riesame smentisce lo scandalo

di Filippo De Lubac - 11 febbraio 2009
Lo sapevamo già, ma la verità prima che essere scritta su un giornale è opportuno che sia vidimata in carta bollata. Così è stato, anzi, era stato. Poiché è dal 9 gennaio 2009 che il Tribunale del Riesame di Salerno aveva respinto le istanze che chiedevano l’annullamento del decreto di perquisizione e sequestro emesso dai Sostituti Procuratori di Salerno, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, con l’avallo del loro Procuratore Capo, Luigi Apicella.
Per quelle perquisizioni e quei sequestri, i primi due sono stati trasferiti ad altra sede ed altre funzioni. Il terzo, Dr. Luigi Apicella è stato radiato dalla magistratura. Perché? Lo spiegano i consiglieri del CSM in una lunga e articolata ordinanza.
(www.ilresto.info/doc/giudiziari/Csm_trasferimento_nuzzi_verasani_sospensione_apicella.pdf )
Il “bello” è che le motivazioni su cui si basa la gravissima decisione del CSM vengono sistematicamente smentite dalle argomentazioni del Tribunale del Riesame
(www.ilresto.info/doc/giudiziari/2009-01-09riesame_salerno_ok_perquisizioni_catanzaro.pdf )
In pratica quello che scrive il CSM sarebbe totalmente smentito e (persino) privato di dignità giuridica dal Tribunale del Riesame. Allora ritorna il terribile dubbio: cosa avevano tocca i magistrati salernitani da meritare una così grave e repentina punizione? Alla domanda nessuno si è sentito di rispondere facendo nomi e cognomi, nemmeno le vittime di questo folle degrado della dignità istituzionale. In verità, bisogna comunque dire, che il provvedimento di perquisizione e sequestro che si trova all’origine di tutta questa intricata vicenda è zeppo di nomi, cognomi, ruoli e funzioni dei personaggi eccellenti che, a vario titolo, hanno ruoli che sarebbe inveritiero definire da educande. Basta leggerlo (www.ilresto.info/11.html 2.12.2008) per capire: 1) che non era affatto abnorme ed è assolutamente facile da comprendere anche per i comuni mortali; 2) chi erano i colletti bianchi per cui gli obblighi e le statuizioni costituzionali sono un opzional; 3) qual era l’urgenza di azzerare l’inchiesta e salvare le nefandezze di un sistema giudiziario a credibilità zero. È istituzionale la questione da porre, purché le istituzioni vengano lasciate libere da quanti le occupano indegnamente. Il Presidente della Repubblica non ha ritenuto esistessero i requisiti dell’urgenza per firmare il decreto governativo “salva Eluana”, viceversa aveva ritenuto che esistessero quegli stessi criteri per firmare il “lodo Alfano” che però lo riguardava direttamente (non avrebbe dovuto astenersi da sottoscrivere un provvedimento di cui era personalmente beneficiario?). In entrambi i casi vi sono state vittime (morta Eluana, morta la Costituzione). Vedremo se riterrà urgente intervenire in materia di giustizia disciplinare, essendo il Presidente del CSM, per rimediare al grave vulnus causato dalla ingiusta sanzione ai Dottori Apicella, Nuzzi e Verasani. Gli atti li potrà leggere su internet, evitando di fare richieste in giro.

Tratto da: www.toghelucane.blogspot.com

Giuseppe D’Avanzo intervista Gustavo Zagrebelsky

Segnalo un articolo uscito oggi sulla Reppublica
Zagrebelsky: “Se il potere nichilista si allea con la Chiesa del dogma”
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Intervista a Paolo Borsellino

Tratto dal sito www.19luglio1992.com
Intervista di due giornalisti Francesi a Paolo Borsellino due giorni prima della morte di Falcone. In tale intervista Borsellino parla di Mangano stalliere di Silvio Berlusconi.
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In seguito l’intervista fece il giro del mondo ma in Italia fu trasmessa solo una volta e in seconda serata, molto dopo, alla trasmissione Annozero.

In seguito, nel 2001, due mesi prima delle elezioni in cui vinse Berlusconi, il giornalista Marco Travaglio rilasciò un’intervista alla trasmissione Satyricon di Daniele Luttazzi, in cui parlava dei rapporti di Berlusconi e Dell’Utri con le stragi di Capaci e Via d’Amelio, dicendo che «se non altro suggerirono la tempistica degli attentati» e che secondo alcuni giudici Totò Riina, li aveva incontrati prima degli attentati.

Vinte le elezioni, Berlusconi fece cacciare Luttazzi dalla RAI e querelò Travaglio che fu poi assolto perché era stato riconosciuto vero ciò che aveva detto. E non solo, ma che Berlusconi e Dell’Utri erano coinvolti anche nelle stragi del 1993 a Firenze, Roma e Milano, avevano avuto rapporti con Bernardo Provenzano e si erano scambiati favori politici; inoltre dietro le stragi in cui morirono Falcone e Borsellino vi era stata la partecipazione del SISMI.

Berlusconi non fu mai condannato perché il caso fu archiviato, nonostante la sussistenza delle prove. Dell’Utri invece è stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa.

per l'articolo completo

Salvatore Borsellino

Posto il discorso di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, durante la manifestazione di Piazza Farnese.

Ascoltatelo attentamente.



martedì 10 febbraio 2009

In memoria di...

Premetto che non mi pace parlare di tale argomento, più per rispetto verso chi direttamente ha sofferto e vissuto la vicenda, ebbene si parlo del caso Eluana Englaro sul quale mancavano solo i comunicati stampa della Walt Disney.

Ne hanno parlato tutti ne hanno parlato in troppi e puntualmente quando ne parla troppa gente esce fuori l'incosciente di turno e l'approffittatore di turno. Beh chi se ne sia approfittato lo sappiamo ( Mr. B. tanto per citare Mills ), la quale dice che la sua presa di posizione è dettatta dalla morale, si ma è una morale non sua è la morale della fetta di italiani che in questo momento può portare dalla sua parte, cosa che in parte è accaduta. Infatti il caro Mr. B., e di conseguenza i suoi fidati giornalisti tv e non, non ci hanno raccontato che tempo addietro egli in complicità ovviamente della sua consorte, eseguì un aborto di un bambino che ormai era al settimo mese ( aborto deciso poichè il bimbo sarebbe nato malformato ). 

Ma i nostri politici si sa ormai hanno perso la morale e non solo, basta vedere il putiferio scoppiato in senato dopo il minuto di raccoglimento fatto per la morte di Eluana, si infatti dopo è scoppiata una rissa, che al dir dei giornali sarebbe quasi arrivata al contatto fisico. Sono volate accuse pesanti, anche al capo dello stato, chiamato praticamente da Gasparri "assassino" ( ah se l'avesse detto Di Pietro ), su ciò faccio una nota di merito a Fini che ha bacchettato Gasparri chiamandolo irresponsabile, e tutto ciò in memoria di Eluana ovviamente ( che poi loro neanche conoscevano fra l'altro e quindi non capisco una presa di posizione così ferma ).

Sul caso in se non esprimo il mio parere io lo conosco e chi mi conosce sa come la penso, per il resto anche voi distaccate la vostra visione dalla politica e giudicate a modo vostro tutto ciò.   

Io Voglio Sapere

Eccomi qui anche io con il mio blog, uno fra i tanti, che oggi cerca di diffondere notizie "approfondite" sulle vicende che ci accadono intorno. Qui infatti cercherò di raccogliere il maggior numero di informazioni sul corse degli eventi odierni e passati. Che altro dire? Spero solo che questa piccola voce insieme ad altre, magari nuove, riesca a diventare un urlo e riesca a cambiare un po il nostro piccolo mondo.